Ritalin on the road: il farmaco euforizzante con azione simile all’amfetamina è “consigliabile per guidare” | Risultati shock dello studio, Salvini muto
Un farmaco euforizzante può essere assunto alla guida, anzi la migliora. Dopo i divieti, lo studio che rivoluzionerà tutto.
Da quando il Codice della Strada è stato modificato le norme sull’uso di sostanze alla guida sono diventate più numerose e stringenti.
Chi viene fermato e trovato in stato psicofisico alterato incorre in multe salatissime e in alcuni casi alla sospensione o anche al ritiro della patente.
Gli automobilisti sono all’erta e cercano di attenersi scrupolosamente alle nuove direttive, limitando anche l’uso di farmaci.
Ebbene, uno studio potrebbe sparigliare le carte e ribaltare quanto detto fino ad ora: un noto euforizzante migliora le prestazioni alla guida. Il Ritalin potrebbe essere preso proprio per guidare meglio.
Ritalin per guidare meglio
Come è possibile che proprio un farmaco dai noti effetti euforizzanti possa essere prescritto appositamente per guidare meglio? Questo andrebbe contro tutto quanto detto e fatto fino ad ora.
E a dirlo sono degli scienziati che hanno condotto studi su alcuni soggetti dai 23 ai 47 anni, la maggior parte dei quali di sesso maschile, in buona salute e con almeno 4000 chilometri di guida all’anno. I risultati sono stati incredibili e la ricerca è stata pubblicata sul Journal of Psychopharmacology come riporta psypost.org. Che afferma: “una dose di 10 mg di metilfenidato ha migliorato le prestazioni di guida dei partecipanti in un compito di guida simulata. Il farmaco ha ridotto lo sbandamento della corsia e la variazione di velocità, mentre i movimenti oculari sono rimasti pressoché inalterati”. Via libera per prestazioni migliori allora? Non esattamente.
I risultati dello studio
Il Ritalin, o meglio il suo principio attivo, il metilfenidato, viene prescritto ai soggetti con ADHD, ovvero disturbo da deficit di attenzione e iperattività. “Agisce aumentando i livelli dei neurotrasmettitori dopamina e noradrenalina nel cervello, migliorando così la concentrazione, l’attenzione e il controllo degli impulsi”. Questo disturbo si riflette in vari ambiti della vita, compresa appunto la guida, dove è richiesta la massima attenzione.
Lo studio australiano ha quindi evidenziato che chi ha utilizzato il principio attivo del farmaco è risultato più attento alla guida, riuscendo a mantenere un’andatura constante e rettilinea in una simulazione di guida in autostrada. I ricercatori hanno osservato: “Questo studio ha dimostrato che una dose acuta di 10 mg di metilfenidato ha mostrato effetti protettivi contro il degrado delle prestazioni comunemente osservato durante la guida prolungata e monotona, evidenziato da miglioramenti nel controllo del veicolo e nel mantenimento della velocità rispetto al placebo”. Cosa succederà adesso?