Multe divieto di sosta, non devi più pagarle se ti arrivano così: il giudice le annulla tutte, è il Comune che deve risarcire
La multa per divieto di sosta può essere annullata se ti arriva in un certo modo. E a pagarla dovrà pensarci il Comune.
Tutti coloro che hanno frequentato la Scuola Guida conoscono bene il cartello del divieto di sosta, rotondo, sfondo blu, contorno e linea obliqua rossi.
Sono molti gli spazi in cui in Italia è vietato sostare, come ad esempio sui marciapiedi, allo sbocco dei passi carrabili, in doppia fila.
Chiunque venga sorpreso a infrangere questo divieto troverà sul vetro una bella multa, se gli va bene.
Ma forse non tutti sanno che se la multa per divieto di sosta ti arriva in un certo modo non solo puoi rifiutarla, ma sarà il Comune a pagarla per te.
Multe divieto di sosta: quando non sono dovute
Secondo l’articolo 158 del Codice della Strada chi viola le disposizioni, ovvero le indicazioni fornite di tutti quei casi in cui vige il divieto di sosta “e’ soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 41 a € 168 per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote e da € 87 a € 344 per i restanti veicoli”. In alcuni casi tale somma invece va “da € 25 a € 100 per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote e da € 42 a € 173 per i restanti veicoli”. A seconda dalla gravità del fatto, poi, potranno essere applicate ulteriori sanzioni accessorie come ad esempio la rimozione del veicolo.
In alcuni casi invece la multa non è dovuta. E a pagare sarà il Comune. È già successo, scopri come puoi fare.
In questi casi paga il Comune
Il caso di cui parliamo è successo a Oggiona con Santo Stefano, in provincia di Varese. A riportare i fatti è malpensa24.it, che allega la lettera di un automobilista il quale racconta di una multa a causa di una “sosta sul marciapiede davanti alla biblioteca comunale”, cui è seguita la rimozione del veicolo. Il problema è che tale multa non è stata notificata immediatamente poiché non è stata elevata da un funzionario. Un privato cittadino ha scattato una foto del veicolo e l’ha inviata al numero privato del Comandante. Pertanto, sottolinea il multato, ci troviamo davanti ad “un metodo che ritengo creativo nel suo genere, una nuova procedura utilizzata per elevare contravvenzioni in modalità WhatsApp”.
E quindi ha chiesto di annullarla in quanto le foto possono essere manomesse e manipolate. Dapprima gli viene risposto di rivolgersi al Giudice di Pace, poi gli viene comunicato l’annullamento della multa, ma non arrivando nessuna notifica procede con il ricorso. E alla fine il Comune è costretto a pagare le spese sostenute.