Vivi per le auto? Questa multinazionale cinese sbarca in Italia: stipendio FOLLE, assume solo italiani con questa mansione
Stai cercando lavoro nel settore automobilistico? Questa potrebbe essere l’occasione giusta per te: ecco tutti i dettagli.
Il mondo delle auto sta cambiando, questo lo sappiamo molto bene. Oltre all’innovazione apportata dall’alimentazione elettrica, destinata a diventare di un’importanza sempre maggiore nel corso dei prossimi anni, ce ne sono molte altre. Il mercato è in continua rivoluzione. Oggi torniamo a parlare del tema delle auto cinesi, oggi all’ordine del giorno per via della guerra commerciale al momento combattuta tra il governo di Pechino e l’Unione Europea.
Negli ultimi anni, i grandi produttori di auto elettriche cinesi hanno intrapreso una rapida espansione globale, arrivando a investire importanti somme in Europea e oltre. Un esempio significativo da questo punto di vista è rappresentato da BYD. L’azienda è diventata ben presto leader mondiale nella produzione di veicoli elettrici e ibridi plug-in e si è posta l’ambizioso obiettivo di produrre 4 milioni di veicoli, con una crescita prevista nel 2024 pari al 33%.
Per esempio, nelle ultime settimane è stato particolarmente ingente l’investimento di BYD in Turchia. E il nostro paese in tutto questo? Ci sono grosse novità: ecco quali sono.
L’azienda cinese arriva in Italia: ecco la grossa novità
L’investimento di BYD segue l’operazione avviata in aprile di un altro grande produttore cinese, ovvero Chery. Parliamo di un marchio che è per 21 anni consecutivi è stato il maggior esportare cinese di veicoli con quasi un milione di mezzi all’anno. Il nostro paese non può che restare indifferente di fronte alla possibilità che un paese grosso come la Cina investa sul territorio.
In particolare, il nostro governo pur non avendo ancora concretizzato niente di ufficiale, in queste settimane sta cercando di attrarre l’interesse dei produttori cinesi. Tra le protagoniste di queste intese ci sono appunto BYD, ma anche Dongfeng e Aiways.
Servono competenze specifiche
Secondo le stime, il governo punta a generare tra i 9.000 e gli 11.000 posti di lavoro diretti. Oltre a questo si sommerebbero i benefici occupazionali derivanti dall’indotto. Per attrarre investimenti il governo punta sulle competenze specifiche in fatto di elettronica ed informatica, ma quelle presenti in Italia potrebbero non essere sufficienti.
Infatti, in Italia le competenze coprono soltanto alcune delle aree chiave dell’auro del futuro. La creazione di un centro di ricerca e di sviluppo nel nostro paese potrebbero essere la soluzione per dare una nuova linfa al settore.