Fabrizio De André, Dori Ghezzi non l’ha mai scoperto: aveva un’amante di nome Diana
Dori Ghezzi non si sarebbe mai accorta di nulla, ma Cristiano De Andrè aveva un’amante di nome Diana, bellissima.
Fabrizio De Andrè è uno dei cantautori italiani che hanno fatto la storia della musica nel nostro paese. Scomparso prematuramente nel 1999, è da sempre considerato come uno dei più importanti ed influenti catautori che la musica italiana abbia mai avuto in tutta la sua storia.
Il suo grande amico Paolo Villaggio lo soprannominò Faber ed era conosciuto con tale appellativo. Un soprannome che gli era stato affibbiato per via del suo amore per le matite colorate del noto marchio Faber-Castell. Un vero artista De Andrè, di cui ancora oggi si cantano i suoi più grandi successi.
Lo hanno definito come il cantautore degli emarginati, il poeta degli sconfitti, nella sua, lunga carriera ha inciso ben 14 album e le sue canzoni raccontano proprio di coloro che il mondo ha dimenticato, di prostitute e di ribelli. Un vero innovatore della musica per i suoi tempi, gli sono stati riconosciuti numerosi riconoscimenti.
Dopo la sua morte, molte le istituzioni che gli hanno dedicato, vie, piazze e centri di interesse sociale come le scuole e le biblioteche. Un personaggio molto amato che difficilmente si è lasciato cogliere in fallo dalla cronaca rosa.
20 anni d’amore con la sua Dori
Negli anni ’70 la storia d’amore tra il noto cantautore e Dori Ghezzi fu la più seguita in assoluto. I due sono un vero e proprio esempio per tutti coloro che oggi ancora non sanno cosa sia il vero amore. Moltissime le cose che li univano e che li hanno portati a stare insieme per ben 20 anni. Non era solo attrazione fisica, ma intellettuale.
Ma nella vita di De Andrè c’era una certa Diane. No, non si trattava di una donna, ma della sua auto, di cui, in effetti, il cantatore poteva anche farne a meno.
Lo scarso amore per le auto di Fabrizio De Andrè
Fabrizio De Andrè aveva preso la patente a Olbia nel ’77 in Via Tola, ma in realtà non amava particolarmente guidare, anzi a dire il vero detestava letteralmente, stare al volante, perchè gli ricordava un brutto incidente del passato. Ma al conseguimento della patente si lega una storia veramente particolare e a raccontarla è stato il suo amico Antonio Abeltino.
Sembra che i due arrivassero prima a lezione, presso la scuola guida, perchè accanto vi era una vineria in cui servivano solo “vernaccia e acquavite buona”, i fogli rosa si riunivano proprio lì. In quel locale raccontavano storie e scherzavano fino a tarda notte.