Patente, con questo trucco (legale) è impossibile levartela I Ti basta dire questa cosa
Se ricevi una multa stradale che comporta sia una sanzione che la decurtazione di punti patente, basta fare questo e sei a posto.
Quando si riceve una multa stradale che comporta sia una sanzione pecuniaria che la decurtazione dei punti dalla patente, è importante comunicare i dati dell’effettivo conducente. Questa procedura è finalizzata a garantire che i punti vengano detratti al conducente effettivo dell’auto al momento dell’infrazione anziché al proprietario del veicolo, il quale potrebbe non essere responsabile dell’infrazione in questione, ad esempio se l’auto è stata prestata a un familiare o a un amico.
È essenziale comunicare i dati dell’effettivo conducente entro 60 giorni dalla notifica della multa, indipendentemente dal fatto che si intenda pagare la sanzione o presentare un ricorso. Nel caso del pagamento, esso non costituisce un’ammissione di responsabilità, mentre nel caso di un ricorso, i punti verranno detratti al termine del giudizio se il ricorso viene respinto.
La comunicazione dei dati dell’effettivo conducente è richiesta ogni volta che la multa non viene contestata immediatamente all’atto dell’infrazione. In tal caso, i poliziotti annotano il nome del trasgressore, il quale sarà responsabile della decurtazione dei punti. Il modulo per la dichiarazione dei dati del conducente si trova nel verbale e deve essere inviato all’organo che ha emesso la contravvenzione tramite raccomandata a.r. o con posta elettronica certificata (PEC).
La comunicazione dei dati del trasgressore comporta l’invio al conducente effettivo di un verbale che include sia la sanzione economica che la decurtazione dei punti. Il proprietario dell’auto è responsabile solamente della sanzione economica, e se il conducente non paga la multa, il proprietario potrebbe ricevere una cartella esattoriale ma non subirà alcuna decurtazione dei punti.
La legge parla chiaro
Se il proprietario dell’auto decide di non comunicare i dati del conducente, riceverà una seconda sanzione amministrativa che varia da €282 a €1142, ma non subirà la decurtazione dei punti. In pratica, questo significa che un proprietario trasgressore potrebbe evitare la perdita di punti non rispondendo all’invito della polizia e pagando la seconda multa.
Se la multa comporta anche la sospensione della patente, la mancata comunicazione dei dati dell’effettivo conducente eviterà anche questa sanzione, a condizione che venga pagata la seconda multa. La violazione dell’obbligo di comunicazione non costituisce un reato ma un illecito amministrativo.
Comportamento legittimo
Inoltre, la Cassazione ritiene legittimo il comportamento del conducente che, pur rispondendo all’invito della polizia entro 60 giorni per comunicare i dati del trasgressore, specifica di non essere in grado di ricordare chi fosse alla guida, a patto che esista una valida ragione documentata. Ad esempio, un anziano disabile che presta l’auto ai propri figli potrebbe dimostrare tale circostanza con un certificato medico o il verbale Inps di invalidità.
Chi comunica i dati dell’effettivo conducente in ritardo, ossia oltre i 60 giorni dalla notifica, sarà soggetto alla stessa multa di chi non lo comunica affatto, con una sanzione che va da €282 a €1142. Infine, se il proprietario dell’auto è anche l’effettivo conducente, dovrà decidere se denunciare se stesso come conducente effettivo, subendo la decurtazione dei punti, oppure non dichiarare nulla e pagare solo la seconda multa, senza perdere alcun punto dalla patente.