In questo articolo vi raccontiamo l’incredibile impresa condotta dalla Fiat in Africa oltre mezzo secolo fa grazie all’esercito italiano.
Negli ultimi anni, diventa sempre più evidente con quale piano industriale Stellantis intende conquistare il mercato globale, e in che modo vuole rendere Fiat il marchio generalista più venduto al mondo.
Il primo passo di questa strategia è quello di far entrare la casa automobilistica fondata in Italia dalla famiglia Agnelli, in segmenti del comparto automobilistico sconosciuto, che finora aveva lasciato ai competitor.
In tal senso, c’è molta attesa per il lancio che avverrà il prossimo anno della nuova Fiat Panda, una city car al 100 elettrica, che aiuterà il gruppo a esordire in modo più convincente nel mondo della mobilità elettrica.
Questo, insieme ad altri progetti come la costruzione di un suv per la classe media, che avrà design e forme simili alle grandi vetture di lusso come Mercedes e BMw, ma con costi decisamente più contenuti, vicini a quelli di un’utilitaria, saranno delle iniziate centrali nel nuovo piano di evoluzione industriale di Stellantis. Un modo per riportare la Fiat ai fasti del passato, quando il suo brand era preso in considerazione persino dalle sfere più alte dello stato. In tal senso la storia della Fiat Campagnola, fa ben capire che tipo di potere e visibilità avesse raggiunto il marchio oltre un secolo.
Nel 1950 infatti, l’Esercito Italiano decise, dopo aver indetto un bando, di affidare alla Fiat e l’Alfa Romeo la costruzione di una vettura a quattro posti per le missioni speciali dei soldati. L’esercito valutò i due modelli presentati da Fiat e Alfa Romeo, e alla fine scelse la Campagnola prodotta dal marchio della famiglia Agnelli.
Una scelta che convinse la Fiat della potenza e dell’efficienza dell’automobile che avevano realizzato, e convinse i vertici a tentare una vera e propria impresa: la traversata tra Città del Capo e Algeri.
Un terreno lungo e insidioso, che la Fiat campagnola percorse in 11 giorni e quattro ore, stabilendo un record di velocità che regge tuttora. Il pilota scelto per portare a termine questa incredibile impresa fu Paolo Butti.
L’uomo venne selezionato dal team Fiat per via della lunga esperienza che aveva nei rally africani e nell’affrontare questo tipo di percorsi. Con lui prese parte a questa missione speciale anche il collaudatore Domenico Racca, che aveva curato in prima persona lo sviluppo della Campagnola.