Preoccupazioni rivolte a organizzazioni dedite anche alla raccolta di dati sui proprietari, potrebbero sapere dove vai e con chi sei
I veicoli di nuova generazione, di cui quelli elettrici rappresentano la massima espressione in quanto a livello di tecnologie, sono sempre più vulnerabili.
Oggi la gran parte delle auto è dotata di sistemi avanzati e soluzioni tecnologiche all’avanguardia per controllare tutto attraverso miriadi di sensori. Alcune ne hanno fino a 200.
Questo sviluppo tecnologico, se da una parte ha permesso di compiere un vero e proprio salto quantico rispetto ai veicoli del passato, ha esposto le auto di nuove generazioni ad attacchi di ogni tipo.
D’altronde i cybercriminali non aspettavano altro che le auto diventassero più simili a grandi computer su 4 quattro ruote per mettere in azione i loro piani di hacking. Il problema è che sabotare una macchina non ha le stesse conseguenze dell’intrusione in un sistema informatico qualunque.
I cybercriminali spesso agiscono a scopo puramente dimostrativo quando si tratta di violare i sistemi di sicurezza di grandi aziende o enti governativi. Ma quando si tratta di entrare all’interno del cervellone di un’auto, le cose possono complicarsi, perlomeno sotto il profilo della sicurezza e dell’incolumità dei passeggeri. Pensiamo alle conseguenze che potrebbe avere il sabotaggio del nostro veicolo, se qualche malintenzionato decidesse di prenderne il controllo da remoto.
Le conseguenze potrebbero essere disastrose. Un conto è la fuoriuscita di informazioni importanti violate all’interno di un sistema informatico, un altro è che qualcuno prenda il controllo del nostro veicolo e faccia ciò che gli pare. A sollevare queste serie preoccupazioni è il rapporto dell’esperto di sorveglianza Christopher Balding, fondatore del think-tank no-profit Kite Data Labs, che mette in allerta riguardo le nuove vulnerabilità dei veicoli elettrici. Balding afferma che gli EV potrebbero diventare con molta facilità bersaglio degli hacker cinesi, i quali avrebbero la possibilità di monitorare la loro posizione e persino prendere il controllo dei sistemi operativi, inclusi i freni e lo sterzo.
Il rapporto mette in luce come la crescita del mercato dei veicoli elettrici, possa rappresentare una potenziale una seria minaccia alla sicurezza. Siamo invasi dai veicoli cinesi e Balding sottolinea proprio il rischio che gruppi filo governativi possano accedere con estrema facilità al codice dei componenti dall’azienda produttrice. Certo, in pratica sono tutte controllate dal governo di Pechino. Ma la cosa non finisce qui, perché il rapporto evidenzia che autorità e aziende cinesi hanno “ampio accesso” ai dati dei veicoli elettrici, inclusa la loro posizione.
Balding sottolinea che molte persone nell’industria dell’elettrico ritengono che l’hacking di un veicolo cinese sia tecnicamente possibile. Da una parte il principale timore è che le organizzazioni cinesi possano raccogliere dati sensibili sugli utenti di per scopi ignoti, dall’altra le preoccupazioni sono rivolte all’aspetto della vulnerabilità di sistemi come freni e sterzo, i potenziali e più probabili bersagli. Balding ha lanciato questo allarme nel rapporto “Chinese Automobile Surveillance Capabilities”, in cui ha sottolineato che gli hacker sarebbero in grado non solo di monitorare e tracciare i luoghi in cui viaggiano i veicoli elettrici, ma anche di prendere il controllo dei loro sistemi operativi. E ha dichiarato al Telegraph: “Gruppi legati al governo sarebbero in grado di ascoltare le conversazioni in un’auto, o di compromettere il sistema di frenata, poiché avrebbero il codice del componente dell’auto dal produttore”.