Scegliere l’abbonamento giusto può portare a notevoli risparmi rispetto alla ricarica pay-per-use, quindi è importante considerare l’utilizzo previsto e i costi associati a ciascun fornitore di servizi di ricarica
Molti automobilisti sono già passati definitivamente all’elettrico. Alcuni di questi sono decisamente contenti della loro scelta, mentre altri sembrano invece essersi un po’ pentiti.
Almeno questo dice l’esito di un sondaggio condotto in Olanda che ha coinvolto i possessori di auto elettriche. La metà degli intervistati ha dichiarato che, se avessero potuto, sarebbero tornati all’auto termica.
Il motivo? La fatica di dover affrontare mentalmente la sfida quotidiana che ci mettono davanti i veicoli elettrici, ossia quella di preoccuparci di dove e quando ricaricarli.
In realtà non sappiamo se in italia il sentiment sia lo stesso, dato che il fenomeno si è diffuso con molto più ritardo rispetto all’Olanda. Quello che sappiamo è che agli italiani piacerebbe fare una ricarica più veloce, e perché no, anche più economica.
Recentemente un lettore di Viaelettrico.it aveva messo in allerta proprio su questo aspetto del prezzo, sottolineando come alla colonnina pubblica il costo di una ricarica potesse arrivare a superare di 10 volte quello domestico.
Purtroppo proprio di questi tempi il costo per fare un pieno di elettroni sembra proprio andato alle stelle, anche se ovviamente conviene sempre molto di più di un pieno di benzina, con i prezzi assurdi che ci tocca vedere in giro. Attualmente per chi decide di effettuare la ricarica solo presso colonnine pubbliche, la formula migliore è quella dell’abbonamento.
La logica che guida questo genere di contratti con i gestori dell’energia è simile a quella delle offerte per la telefonia mobile. A fronte di un pagamento mensile di una quota, si ha a disposizione un certo quantitativo di kWh da utilizzare. Una volta superata la soglia concordata nel pacchetto, si paga un extra. Come abbiamo detto, ricaricare senza abbonamento può essere molto costoso, motivo per cui è meglio farne uno. Già, ma quale sarà il più conveniente?
Partiamo dal presupposto che i costi variano tra diversi fornitori di servizi di ricarica. A2A, ad esempio, offre quattro tipi di abbonamenti: Small, Medium, Large ed Extra Large. Small costa 16 euro al mese per 30 kWh/mese, mentre Medium costa 29 euro al mese per 80 kWh/mese. Con il Large avremo 180 kWh/mese a 60 euro, mentre con l’Extra Large 280 kWh/mese a 90 euro. Questi abbonamenti sono convenienti in quanto riducono il costo al kWh rispetto alla ricarica pay-per-use, che varia da 0,56 a 0,79 euro al kWh. Duferco invece mette a disposizione un abbonamento chiamato Flat a 129 euro al mese per 200 kWh e tre opzioni prepagate valide per tre mesi: 100 kWh a 65 euro, 150 kWh a 95 euro e 400 kWh a 249 euro. Il costo al kWh con l’abbonamento Flat è di 0,64 euro, simile alla tariffa pay-per-use.
Enel X Way è un’altra opzione molto valida, con tre fasce di abbonamento: City con 80 kWh a 49 euro al mese, Travel con 160 kWh a 79 euro al mese e Travel Plus con 320 kWh a 129 euro al mese. Il costo al kWh varia da 0,61 a 0,40 euro. La tariffa pay-per-use è di 0,69, 0,89 o 0,99 euro al kWh. Altro player sulla cresta dell’onda è Ionity, che offre l’abbonamento Ionity Passport a 11,99 euro al mese per 0,59 euro al kWh, mentre senza abbonamento si paga 0,79 euro al kWh. Passiamo quindi a Hera, dove troviamo un’offerta Flat con 50 kWh a 30 euro al mese, e un costo extra-soglia di 0,84 euro al kWh. La tariffa pay-per-use richiede un canone di abbonamento di 2 euro al mese, con un costo di 0,74 euro al kWh. E l’elenco continua, con Plenitude Be Charge che mette a disposizione quattro abbonamenti con costi al kWh tra 0,35 e 0,4 euro. Per finire Tesla: la numero uno nell’elettrico offre tariffe diverse: 0,51 euro al kWh durante le ore di punta e 0,46 euro al kWh in altre fasce orarie. Per i non proprietari di Tesla c’è un abbonamento di 12,99 euro che equipara i costi di ricarica a quelli dei proprietari Tesla.