Toyota Mirai, l’auto a idrogeno nata prematura | Ecco perché aveva già vinto
I veicoli a idrogeno come questo stanno diventando un’alternativa positiva alle auto a combustione interna ed elettriche, in termini di emissioni di gas per le prime e di autonomia di utilizzo per le seconde
Sono in molti ad aver accolto la notizia dell’uscita nel 2015 della Toyota Mirai con riserve sul suo potenziale sviluppo nel futuro. Per non parlare dei tanti detrattori che hanno visto in quest’auto solo un esperimento un po’ strambo.
Ebbene, a distanza di 8 anni la Mirai è ancora qui a dimostrare che Toyota aveva ragione nel credere a un futuro diverso da quello che stiamo attualmente percorrendo.
Dovremmo partire dal considerare che quello attuale è solo un periodo di transizione, la famosa “transizione ecologica”, che ci permetterà in futuro di arrivare a una mobilità sostenibile a zero emissioni e a basso impatto ambientale.
Obiettivo che con le tecnologie dell’auto elettrica al momento sembra difficile ottenere. E per almeno due motivi: quanto davvero sarà ‘sostenibile’ a lungo andare la limitata autonomia delle batterie e i loro tempi biblici di ricarica? E poi (motivo numero 2) su quanto litio crediamo di poter far affidamento per la costruzione delle batterie?
Uno studio del 2017 già aveva predetto tutto
Risolvere queste criticità dell’auto elettrica, intesa come la tecnologia attuale ce la presenta, non è certo una passeggiata di salute. Tanto è vero che secondo fonti autorevoli, come gli specialisti nel settore delle terre rare e lo stesso amministratore delegato di un grande gruppo automotive come Stellantis, la tecnologia dei veicoli elettrici infatti è già in bilico. Il motivo è semplice: non saranno sufficienti le materie prime per raggiungere gli obiettivi di mobilità di tutti i costruttori già nel 2030. Per non parlare del fatto che già i consumatori di molti paesi stanno facendo dietrofront un po’ affranti dall’annosa questione delle ricariche e dallo scarso numero di colonnine.
Non serviva peraltro essere arrivati già a corto di litio o a sviluppare un’ansia da ricarica per vedere i limiti strutturali di questa tecnologia. Già nel lontano 2017 il Global Automotive Report di KMPG, dove si raccoglievano le opinioni di 1.000 dirigenti del settore e di più di 2.400 automobilisti provenienti da oltre 42 Paesi, mostrava che il 62% dei dirigenti automotive riteneva che i veicoli elettrici a batteria non avrebbero avuto successo in futuro a causa della sfida della costruzione di un’infrastruttura di ricarica e del tempo necessario per ricaricare le batterie, mentre il 78% riteneva che la vera svolta nella mobilità elettrica sarebbe arrivata dalle celle a combustibile a idrogeno, in quanto si possono riempire rapidamente come un serbatoio di benzina in una stazione tradizionale.
Perché la Toyota Mirai è il futuro
È in questo contesto di sfiducia verso l’auto a batteria che è nata la Toyota Mirai, la prima macchina al mondo a celle a combustibile, in grado di convertire l’energia chimica dell’idrogeno direttamente in elettricità, garantendo un’efficienza elevatissima. Alla fine anche il motore della Mirai è in sostanza un motore elettrico, ma non è alimentato da nessuna batteria. Il primo modello di Mirai che Toyota aveva messo sul mercato in Europa aveva un’autonomia di soli 550 chilometri, ma si trattava del primo commercializzato sul mercato.
Negli anni successivi la tecnologia è andata consolidandosi fino a superare il fatidico traguardo dei 1.000 km con un rifornimento di idrogeno, nel maggio 2021. A fine agosto di quello stesso anno la Mirai ha battuto ogni record percorrendo ben 1.360 km con un solo rifornimento. La Mirai garantisce un tempo di rifornimento, tra i 3 e i 5 minuti, simile a quello di qualsiasi benzina o diesel. Un aspetto in cui le auto elettriche non possono competere, poiché richiedono almeno 30 minuti. Resta da vedere se l’esplosione dell’alternativa dell’auto a idrogeno diventerà una vera alternativa. Forse è per questo che Toyota ha deciso di chiamare il suo primo modello a idrogeno Mirai, che in giapponese significa “futuro”.