Patente A, da ora non serve più la prova pratica | Aspiranti motociclisti in festa
Ottima notizia per i motociclisti: le procedure per la patente di guida A sono state semplificate. Ecco cosa cambierà.
Le procedure per conseguire la patente di guida per i veicoli è formata da lunghi e macchinosi processi burocratici prima e anche dopo aver sostenuto i classici esami obbligatori: la teoria e la pratica di guida. I due esami sono sempre obbligatori, per tutte le classi di patenti che esistono, con qualche eccezione.
Sono moltissimi i livelli di patente esistenti: si classificano in base alla cilindrata e alla tipologia di veicolo e si indicano di solito con le lettere alfabetiche e dei numeri che ne differenzino la tipologia. C’è la patente categoria A per tutti i tipo di motocicli; la categoria B per i veicoli a quattroruote e via via si arriva poi anche alle patenti specifiche per la guida di camion e tir.
Di solito, chi vuole guidare sia auto sia moto deve avere sulla propria licenza di guida le diciture A e B. Ma, chi guida una moto dalla cilindrata più grande, come per esempio quelle a marce o i motori più potenti, dovrà avere la A3 o la A2. Insomma le differenze sono tante così come gli esami da sostenere.
Il Governo, per incentivare la sveltezza delle pratiche delle Motorizzazioni Civili ha da poco introdotto un’innovazione in questo campo che potrebbe rivoluzionare davvero il sistema di conseguimento delle patenti. Vediamo di cosa si tratta.
Patente A
L’innovazione in questione riguarda proprio la categoria di patente A, ovvero quella destinata ai motocicli. La patente A è classificata in:
- A1 – cilindrata non superiore a 125 cc, con limite di età fissato a 16 anni compiuti;
- A2 – cilindrata di almeno 135 kw, con limite di età fissato a 18 anni compiuti;
- A3 – patente senza limite di cilindrata con il limite di età minima fissato a 24 anni compiuti.
Secondo quanto riportato dai dati delle Motorizzazioni, in Italia sono in tantissimi ad avere almeno una tipologia di patente A; in effetti, i motocicli sono da sempre un mezzo più comodo e veloce per muoversi in città e soprattutto per non rimanere impantanati nel traffico cittadino.
Ecco quindi che il Governo ha ben pensato di sveltire le procedure per l’acquisizione di questa licenza: da oggi per prendere la patente di guida di una categoria A non ci sarà più bisogno di sostenere l’esame pratico! Il tutto viene rimodulato e ripensato per avvantaggiare gli iscritti e per dare sollievo burocratico agli uffici pubblici delle Motorizzazioni. Ma forse è anche una questione di logica, vediamo cosa è cambiato.
Patente A senza esame pratico
Il Governo ha eliminato quindi la prova pratica dell’esame per chi vuole conseguire la patente A. Ma attenzione! Questa nuova modalità è valida solo per chi ha già la licenza per un’altra patente della categoria A, ovvero per chi ha in passato già fatto l’esame per i motocicli e ora vuole aumentare la sua capacità di portata in termini di cilindrata. Chiariamo meglio: se hai la patente dell’auto B e vuoi guidare una moto, dovrai comunque sostenere la patente A comprensiva di esame pratico; se invece hai già fatto la patente A1 per guidare i 125, puoi iscriverti per prendere l’A3 (se hai compiuto i 24 anni) senza dover sostenere l’esame pratico.
L’esame pratico non viene in realtà eliminato del tutto: viene sostituito da un corso teorico di circa 7 ore complessive da svolgere presso una scuola guida o presso gli uffici della Motorizzazione. Il corso prevede una massimo di 3 ore a settimana; ciascun appuntamento verterà rispettivamente sulla preparazione al controllo del veicolo e sulle modalità di guida nel traffico.