Auto elettrica, studio conferma gravi ripercussioni nel futuro | Se la desideri ti conviene affrettarti a comprarla
Anno 2030: solo Tesla punta a produrre 20 milioni di auto elettriche entro quella data, per accontentare tutti i produttori saranno necessari 7,0 TWh di batterie. Ma si potranno produrre solo 3,2 TWh: ciò significa qualcuno non potrà permettersi la sua auto
Solo pochi giorni fa hanno fatto scalpore le preoccupazioni di Luca de Meo, CEO di Renault, che ha tenuto a ribadire come l’auto elettrica in sostanza sia – e sarà ancora per molto tempo – roba da ricchi, mentre ai poveri saranno lasciate le auto scassate di seconda mano a motore termico.
Le dichiarazioni ovviamente non sono state gradite agli indefessi sostenitori dell’auto elettrica, che colgono sempre l’occasione per scagliarsi contro chiunque la pensi diversamente da loro, sostenendo che di solito chi parla lo fa solo per ignoranza in materia e per sentito dire.
Il problema di chi difende a spada tratta questa tecnologia senza analizzare un po’ più nel dettaglio quali possibili ricadute a livello macroeconomico e ambientale comporta il passaggio all’elettrificazione di tutti i veicoli, è che si vuole vedere sempre e solo il bicchiere mezzo pieno, o quasi pieno.
Si tende con un po’ di saccenza e arroganza a colpevolizzare chiunque metta in discussione una visione del futuro che non sia per forze di cose lineare come sarebbe bello credere. Per forza, è più facile pensare ad un futuro tutto elettrico dove le cose possono andare solo a migliorare.
Il problema delle terre rare
E invece le cose potrebbero andare anche a peggiorare. Dispiace ammetterlo, ma è una ipotesi non così remota. A sostenerlo non è solo il sottoscritto, che può avere ben poca voce in capitolo, ma lo hanno fatto – dati alla mano – anche grandi autorità del settore, come il già citato CEO di Renault, Luca de Meo, e alcuni prestigiosi analisti di settore i quali hanno recentemente presentato uno studio piuttosto allarmante sulla scarsità di materie prime. Qualche mese fa, anche Carlos Tavares, CEO di Stellantis, aveva avvertito del problema affermando che “non solo il litio potrebbe non essere sufficiente, ma la concentrazione dei processi estrattivi potrebbe creare altri problemi geopolitici”.
Che il concetto di auto elettrica fosse dall’inizio una gran messa in scena in salsa ‘greenwashing’ si era già abbondantemente capito dalla cupidigia con la quale la Cina si è appropriata dei più grandi giacimenti di litio e di altre terre rare sparsi in mezzo mondo. Così la produzione di batterie, che è poi il vero nocciolo di tutta la questione, potrebbe rappresentare non solo l’inizio della vita dell’auto elettrica ma paradossalmente decretarne anche la morte, in un certo senso prematura. Quantomeno con le tecnologie attualmente in uso.
Non c’è litio per tutti
A preoccupare sono le risorse, le materie prime e le stringenti scadenze di adeguamento al nuovo paradigma di mobilità. L’industria del litio, attualmente dominata dalla Cina, dovrà investire qualcosa come 116 miliardi di dollari entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi fissati dai governi e dalle case automobilistiche. “Una cifra enorme e irraggiungibile”, avvertono gli esperti in un recente studio. “È quasi impossibile ed è una corsa contro il tempo”, ha dichiarato Benchmark, la società nel business delle ‘terre rare’ che ha condotto questo studio.
Una domanda così elevata di litio per le batterie delle auto elettriche non sarà sufficiente a sfamare la richiesta di veicoli. In quanti rimarranno allora senza macchina? Il punto è che questi famosi 116 miliardi di dollari che l’industria del litio dovrà investire, andranno spesi per la costruzione di nuove miniere e raffinerie, oltre che per l’espansione degli impianti già esistenti. Ma dove si andrà a recuperare tutto questo litio se ne serve in quantità smisurata? Tenendo conto degli obiettivi di produzione di veicoli elettrici delle case automobilistiche e dei dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia sulle politiche dei singoli Paesi, sarebbero necessari 5,3 milioni di tonnellate di carbonato di litio. Si tratta di una quantità ben superiore all’attuale disponibilità di questo materiale critico, che attualmente è inferiore a una tonnellata. Qualche conto non torna.