Dallo scorso 24 luglio è scattato un aumento delle sanzioni. Vediamo tutti i dettagli e perché si poteva evitare
Sappiamo tutti che questa è stata già da molti definita l’estate degli autovelox. Non c’era bisogno che ce lo confermassero però. Se ne vedono talmente tanti in giro che lo spauracchio è sempre in agguato.
La cosa ancor più preoccupante è che, vista la quantità di dispositivi piazzati un po’ ovunque, nemmeno la tecnologia possa darci più una mano.
Anche quelle app come Waze e Radarbot infatti, non riescono a segnalare tutti gli apparecchi in giro, così spesso ci troviamo improvvisamente uno di questi simpatici marchingegni non segnalati né dai cartelli né tanto meno dal GPS che nemmeno lui arriva a tenerne il conto.
Sì, la cosa ha dell’incredibile, ma è tutto vero. Motivo per cui, quello che vivamente consigliamo è rispettare i limiti, tutti i limiti, in autostrada come sulle strade extraurbane, quelle più a rischio per la trappola autovelox.
Anche sulle lunghe tratte autostradali bisogna fare molta attenzione ora che ci accingiamo a viaggiare, perché il sistema Safety Tutor è attivo e ben vigile. Come molti di noi sapranno, è inutile in questi casi rallentare all’improvviso approssimandosi alle telecamere, perché ciò che è rilevato alla fine del nostro tragitto è sempre la velocità media di crociera. È vero però che non tutti i Safety Tutor sono uguali, perché alcuni funzionano anche come autovelox e Targa System, per cui meglio sempre non superare i limiti ed essere a posto con assicurazione e revisioni varie.
Contestualmente all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri delle nuove norme del Codice della Strada, Salvini aveva promesso di avviare una rivoluzione a livello ministeriale per regolamentare in modo definitivo l’utilizzo di queste apparecchiature ed evitarne non solo gli abusi, ma garantire anche il loro corretto funzionamento e omologazione. Prima che ciò avvenga però, le amministrazioni locali avranno ancora un margine di tempo sufficiente per sparare le ultime cartucce e continuare a multare in modo indiscriminato.
Peraltro dovremmo tutti tenere gli occhi ben aperti sulle sanzioni che possono fioccare, dal momento che andiamo incontro pure a un aumento degli importi previsti. A comunicarlo è direttamente l’Asaps, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, la quale ha annunciato che dallo scorso 24 luglio è scattato un terzo aumento delle spese postali per le notifiche delle sanzioni del Codice della Strada. Le cause dell’aumento sarebbero da ricercare nel tentativo di Poste Italiane di recuperare l’inflazione registrata nel secondo semestre del 2022 e nel primo semestre del 2023 per allineare le tariffe dei servizi con i costi di produzione. Come dire: oltre il danno, la beffa.
Ma non solo le Poste si sono messe di mezzo, infatti la cosa non finisce qui. L’aumento riguarda anche le tariffe dell’Atto Giudiziario, le cui spese per gli invii presso gli Uffici Postali e i centri business utilizzati dalla polizia stradale sono passati dai 9.50 euro di giugno 2022 agli 11 euro in soli 13 mesi, segnando un aumento del 16,3%. L’Asaps ha chiesto al Governo di fermare gli aumenti delle spese postali e sollecita l’attivazione della ‘Piattaforma Notifiche Digitali’ per ridurre i costi a soli 2 euro. Nell’era digitale infatti sembra assurdo dover mantenere ancora in piedi il carrozzone burocratico dei carteggi quando la soluzione è già a portata di mano e ridurrebbe le spese sia per lo Stato sia per i cittadini.