Crisi dei semiconduttori verso la fine? | L’impatto sulle vendite è stato devastante
Sebbene il picco della crisi sia stato già superato, l’impatto generale che ha avuto sul mercato si farà sentire ancora per un po’
Negli ultimi anni, l’industria automobilistica si è scontrata con una tempesta perfetta causata dalla cosiddetta “crisi dei semiconduttori“.
Questo fenomeno, che ha avuto origine nel 2019, si è intensificato nel 2020-2021, per poi diminuire progressivamente fino a oggi.
Solo ora possiamo vedere una flebile luce in fondo al tunnel. Nel frattempo però la crisi ha avuto un impatto devastante sul settore, provocando una significativa contrazione delle vendite di auto in tutto il mondo.
Tutto è successo perché i semiconduttori, i microchip essenziali per il funzionamento di un’ampia gamma di componenti automobilistici, tra cui freni ABS, airbag, sistemi di infotainment e controllo del motore, sono diventati sempre più scarsi.
La genesi di una crisi tecnologica
A seguito di una crescente domanda di questi componenti da parte di settori come l’elettronica di consumo, l’elettronica medica e la telefonia mobile, la crisi a livello globale si è andata via via aggravando, causando gravi interruzioni nella catena di fornitura. Ricordiamo tutti come gli stabilimenti dei più grandi gruppi automotive di tutto il mondo furono costretti a fermare a singhiozzo la produzione e a chiudere i cancelli per mancanza di componentistica base.
Tutte le case automobilistiche si sono trovate in difficoltà, e molte di esse costrette a sospendere la produzione di modelli super inflazionati sul mercato. Nei casi migliori il cliente ha ricevuto la sua vettura con mesi di ritardo, in quelli peggiori ha dovuto proprio annullare l’ordine. Le interruzioni nella produzione hanno avuto infatti un impatto pesantissimo sulle vendite, con una scelta limitata di modelli disponibili che ha portato molti potenziali acquirenti a rimandare l’acquisto o a cambiare direttamente brand.
Si tornerà alla normalità solo nel 2028
La crisi ha portato i costruttori a dover affrontare il rincaro dei prezzi dei semiconduttori, che in alcuni casi sono venuti a costare fino al triplo. Per mantenere alta la redditività e contenere allo stesso i prezzi delle vetture, la mossa è stata quella di trasferire gran parte di questi costi aggiuntivi sui consumatori. Il che ha portato a una ulteriore crisi, questa volta delle vendite. Siamo però giunti forse all’epilogo di questo drammatico momento.
Secondo uno studio di S&P Global Mobility, la carenza di semiconduttori nel settore automobilistico si sarebbe notevolmente attenuata. Durante la pandemia COVID-19, si stima che oltre 9,5 milioni di unità di produzione di veicoli leggeri siano andate perse a causa della mancanza di chip, con il terzo trimestre del 2021 come il più colpito, con una perdita di 3,5 milioni di unità. Nel corso del 2022, l’impatto della carenza ha iniziato a ridursi, con una perdita stimata di 3 milioni di unità nell’intero anno. Nel primo semestre del 2023, sono state perse circa 524.000 unità. Ma ancora siamo lontani da un ritorno alla normalità pre-pandemica. Nonostante l’attenuarsi della carenza, la domanda di semiconduttori supera ancora l’offerta per alcuni tipi di chip, mentre la produzione di veicoli leggeri potrebbe non raggiungere i livelli pre-crisi prima del 2028.