Le soluzioni degli automobilisti e quelle dei giudici contro le multe da Tutor per eccesso di velocità
A volte, durante lunghi viaggi, specialmente quando le corsie sono tre e in presenza di rettilinei, potremmo trovarci a premere un po’ troppo sull’acceleratore, superando la tolleranza prevista dal codice della strada.
Il tutor però è molto fiscale: osserva dall’alto e non perdona distrazioni. Il che ci porterà dritto a una multa e anche alla sottrazione di punti dalla patente. Anche se è già capitato che qualche giudice possa annullare la sanzione, sempre che si superi di poco il limite di tolleranza (trattandosi di un fatto tutto sommato «tenue»), la maggioranza degli altri tribunali non la pensa così.
In Italia però siamo appassionati di corse e mal tolleriamo questi apparecchi, tanto che una delle chiavi di ricerca più digitate su Google è “Tutor: come fregarlo“. Vediamo insieme se in effetti esistono metodi per aggirare il Tutor, se qualcuno ci è riuscito e se gli espedienti sono tutt’ora validi.
Faremo anche il punto della situazione di quelli che sono i suggerimenti forniti dagli stessi giudici che, a volte, volenti o nolenti, consegnano nelle mani degli automobilisti ottime motivazioni per contestare la multa.
Per molto tempo, si è pensato che per evitare il Tutor bastava guidare in prossimità della colonnina dove sono piazzate le telecamere, a cavallo tra due corsie. In pratica con le due ruote di sinistra (anteriori e posteriori) sulla corsia di sinistra, e con le due ruote di destra (anteriori e posteriori) sulla corsia di destra. Non sappiamo quanti siano riusciti effettivamente ad evitare le multe, ma la società autostrade ha fatto sapere, a riguardo, con un dépliant illustrativo dedicato appunto ai tutor, che il suo funzionamento è indipendente dalla traiettoria seguita dall’auto al momento del transito sotto i portali. Dunque, il tutor è in grado di rilevare correttamente anche i veicoli che transitano in diagonale o a cavallo delle corsie.
Sfatato questo mito, sfatiamone un altro. C’è chi appende un cd sul vetro posteriore dell’auto, così che il riflesso possa confondere la telecamera; c’è chi spruzza dello spray o altro materiale riflettente sulla targa per la stessa ragione; c’è chi ancora, con del nastro isolante nero, modifica le sigle della propria targa, ad esempio facendo apparire una “C” in “G” o un “6” in un “8”. Questi tentativi però, oltre ad essere spesso inefficaci, possono comportare gravi rischi legali. Il reato in contestazione è quello di “Soppressione, distruzione e occultamento di atti veri“. Infatti, il codice della strada attribuisce alla targa di ciascun veicolo una funzione documentale in quanto ne rappresenta i dati di identificazione (immatricolazione). Chiunque dunque manomette la targa è punito ai sensi del codice penale.
Il tutor calcola la velocità media tra un punto di partenza (cosiddetta «porta di entrata») e uno di arrivo («porta di uscita»). Quindi, se si accorge solo in ritardo di aver superato i limiti, un automobilista potrebbe decelerare in modo drastico, in modo da abbassare la media e rientrare nei limiti. In alternativa potrebbe fare sosta al rifornimento o su una piazzola e aspettare qualche secondo prima di riprendere la marcia. Tuttavia, ci sono casi in cui il Tutor può funzionare come un autovelox, rilevando non la velocità media, ma quella percorsa nell’istante in cui si passa sotto la telecamera. In questi casi, rallentare non serve a nulla perché la foto è stata ormai fatta.
Se il codice della strada ti dice di andare a 130 km/h, la multa scatta non al 131° km/h, ma a partire da 137 km/h. Infatti autovelox e tutor devono tenere conto di una tolleranza del 5% (che non può comunque essere inferiore a 5 km/h). Dunque, non è necessario inchiodare l’auto al limite di velocità imposto per il tratto di strada, poiché l’automobilista ha ancora un ulteriore 5% di margine per poter far oscillare la lancetta del tachimetro senza rischiare multe. Ricordiamo che una nota sentenza del Giudice di Pace di Viterbo ha detto che il tutor non rientra nella categoria dei misuratori di velocità come l’autovelox e pertanto a tale dispositivo non va applicata la tolleranza del 5% bensì quella del 15%. Si tratta comunque di un precedente isolato. Sul punto però non si è ancora espressa la Cassazione. Attenzione coi Tutor, poiché la maggioranza dei tribunali tende a confermare le contravvenzioni e a non considerare valide le motivazioni di ricorso degli automobilisti.